Educare alla legalità. Non è mai troppo presto

In questi giorni si ricordano le vittime della strage di Capaci. Un evento oramai accaduto 25 anni fa, ma che ogni anno va doverosamente commemorato, per ricordarci che il male e l’illegalità esistono e per cercare in persone come i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino un esempio di onestà da onorare nella nostra vita.

Di fronte a questi eventi storici può capitare di domandarsi se sia il caso o meno di esporre i bambini a questi fatti, come anche ad altre vicende di delinquenza. La risposta potrebbe essere

prima di correre bisogna imparare a camminare.

Proprio così. Esiste un filo rosso che collega le piccole norme della quotidianità al rispetto delle grandi leggi che determinano ciò è legale o illegale. Ma prima di arrivare a parlare di questi temi con i propri ragazzi, è bene pensare che tutto fa parte di un continuum e che ognuno nella propria quotidianità dovrebbe sforzarsi di rispettare il prossimo.

 

Educare alla legalità fin da piccoli

Sembrano argomenti scontati, ma non è così. Talvolta è superiore la regola del “vince chi è più furbo” e non quella dell’onestà. In alcuni ambienti, inoltre, il livello di competizione, esistente o percepito, è talmente alto da mettere in secondo piano i diritti altrui, oltre che i nostri.

L’educazione alla legalità, per quanto possa sembrare un tema distante dai più piccoli, nasce proprio nel momento in cui un bambino inizia a far parte ed a frequentare gli ambienti insieme ad altri coetanei. Che si tratti della scuola dell’infanzia, primaria o di un ambiente sportivo, i bambini devono imparare ad adattarsi ad un insieme di regole.

Non dobbiamo pensare alle regole come ad una limitazione. È importante sapere invece che i bambini hanno bisogno di regole per comprendere e distinguere ciò che è “male” da ciò che è “bene”. In questo senso l’autorevolezza dei genitori, unitamente al lavoro fatto a scuola, contribuisce a creare nel bambino una chiave interpretativa del mondo univoca, basata sul rispetto della libertà propria e altrui.

Educazione all’affettività

L’educazione alla legalità procede di pari passo all’educazione all’empatia. Per quanto la percezione dei sentimenti degli altri possa essere un fattore innato, è opportuno invece soffermarsi con i propri figli o a scuola sul significato delle emozioni e dei pensieri.

Quando si parla di Costituzione, di eroi della legalità, si mette da un certo punto di vista un muro di distanza tra queste grandi azioni e le nostre. Ma non è così.

L’educazione al rispetto e all’affettività si costruisce giorno per giorno a partire dalle età più giovani.

L’importanza della prevenzione a scuola e in famiglia

Spesso alcune problematiche relative alla “legalità”, come il bullismo, vengono affrontate quando sono già esplose in un determinato contesto. È invece necessario pensare all’importanza della prevenzione attraverso una progettualità scolastica che preveda dei progetti relativi all’educazione all’affettività.

In una scuola in cui si parla di inclusività, è importante affiancare la didattica con dei laboratori che restituiscano ai bambini uno spazio per crescere e per confrontarsi, per migliorare le loro relazioni e comprendere l’importanza di sé all’interno di un gruppo.

Questo lavoro deve essere costruito con la collaborazione delle famiglie. Non si può pensare alla scuola ed alla famiglia come un binomio che non si incrocia. Più coerenza viene percepita dai bambini, maggiori saranno i risultati.

Giovanni Falcone disse:

Che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così. Solo che, quando si tratta di rimboccarsi le maniche e incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è allora che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.

Non lasciamo dunque che sia così anche in questo caso. Lavoriamo sulla prevenzione.

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