Idrofobia: quando e perché si ha paura dell’acqua e come superarla

Tra le tante fobie, che possono complicare la vita di un individuo, esiste anche l’idrofobia, cioè la paura dell’acqua. In particolare si parlerà di talassofobia in caso di paura del mare. Spesso queste due fobie coesistono, avendo come comune denominatore l’acqua.

La paura dell’acqua

L’idrofobia colpisce soprattutto i bambini, in particolare quasi 3 su 100, e di solito scompare con l’adolescenza. Ma può anche presentarsi, sebbene i casi siano più rari, in età adulta.

Nella forma più lieve l’idrofobia comporta la paura di nuotare, immergersi e annegare. Solo in casi estremi la paura dell’acqua porta addirittura il soggetto a non volersi lavare per non entrare in contatto con sostanze liquide.

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Il soggetto idrofobico può avere ansia o attacchi di panico in presenza di acqua. Sarà quindi soggetto a irrigidimento degli arti, dilatazione delle pupille, tachicardia, aumento della pressione e altri sintomi piuttosto evidenti.

Come accade spesso nelle fobie, la prima reazione di un soggetto idrofobico è quella di evitare qualsiasi contatto con l’acqua. Come abbiamo detto spesso, però, non affrontare le proprie paure aggrava la situazione nel momento in cui la persona si troverà, suo malgrado, di fronte alla propria fobia.

Cause

Spesso le cause non sono note, anche se in molti casi si tratta di traumi, perlopiù infantili, legati all’acqua, che però il soggetto non ricorda o comunque non con precisione. Non si tratta per forza di traumi importanti: anche una semplice apnea con “bevuta” può essere la causa scatenante. Spesso, inoltre, questa paura dipende non tanto dalla sostanza in sé, ma da ciò che evoca, quindi l’ignoto, il non respirare, la perdita di controllo, il cadere ed il morire.

Come curare l’idrofobia

Sono assolutamente inutili – è sempre bene ricordarlo – gli approcci di tipo “aggressivo”, come buttare una persona in acqua, pensando che così le passi la paura. La cura che può essere efficace è piuttosto una psicoterapia cognitivo comportamentale, mentre solitamente si ricorre ai farmaci solo nei casi più gravi, e con l’obiettivo di gestire i sintomi più che per curare la fobia. Spesso si utilizzano con successo anche tecniche di rilassamento, di respirazione e di meditazione.

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