Separazioni conflittuali e PAS: quando i figli diventano l’arma letale di uno dei due genitori

Il termine PAS, ovvero Parental Alienation Syndrome (Sindrome d’Alienazione Parentale), viene citato da diversi anni in campo giuridico di fronte a separazioni, con figli, di natura conflittuale. Nello specifico quando si parla di PAS si intendono le vessazioni psicologiche causate dal genitore affidatario verso l’ex coniuge.

Nel 1949 Wilhelm Reich fu il primo in ambito accademico a parlare delle controversie in ambito di separazione. Egli sosteneva che spesso le ferite narcisistiche del genitore lasciato fossero un motivo fondante per spingerlo a chiedere la custodia dei figli e iniziare una campagna diffamatoria verso l’ex.

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Partecipazione attiva del bambino

La prima definizione di PAS arriva negli anni Ottanta con Richard Gardner.

La Sindrome di Alienazione Parentale è un disturbo che insorge quasi esclusivamente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli. In questo disturbo un genitore (alienatore) attiva un programma di denigrazione contro l’altro genitore (alienato). Tuttavia questa non è una semplice questione di lavaggio del cervello o programmazione, poiché il bambino fornisce il suo personale contributo nella campagna di denigrazione. È proprio questa combinazione di fattori che legittima una diagnosi di PAS. In contesti di reali abusi o trascuratezza, la diagnosi di PAS non è applicabile.

L’elemento centrale per cui si possa quindi parlare di PAS è la partecipazione attiva del figlio nella denigrazione del genitore “assente” a seguito delle manipolazioni psicologiche di quello “presente”. Di fatto la sindrome non apparterrebbe all’alienatore ma sarebbe dunque instillata nel bambino.

La PAS porta quindi ad un vero e proprio rifiuto del genitore alienato da parte del bambino. Questi, in un rapporto di collusione disfunzionale con il genitore convivente, arriva a voler interrompere i rapporti. Il più delle volte per motivi futili.

Nella triangolazione distorta ci sarebbe quindi l’idealizzazione di un genitore “totalmente buono” e di uno “totalmente cattivo”. La denigrazione verso il genitore da parte del bambino sarebbe priva di sensi di colpa. E composta spesso da frasi o pensieri ascoltati dal genitore alienatore.

Controversie

Nonostante le controversie descritte nella presunta sindrome siano discusse in ambito psicologico e legale da anni non vi è ancora una totale trasparenza sulla tematica, soprattutto in Italia. Cosa si può quindi affermare fino ad oggi?

In ambito giuridico si è assistito ad una prima svolta. Lo scorso anno una sentenza della Corte di Cassazione ha riconosciuto gli atteggiamenti di una madre come altamente lesivi nel rapporto padre-figlia. Pur precisando che non spetta ai giudici validare o meno la PAS,

In ambito psicologico la Sindrome di Alienazione Parentale non è stata riconosciuta dai Manuali Diagnostici.

Separazione conflittuale

Oltre la necessità di etichettare la PAS come sindrome, è importante meditare su ciò che una separazione conflittuale può causare.

Il primo spunto di riflessione riguarda il fatto che genitorialità e relazione sentimentale non devono, in caso di separazione, confondersi. Per quanto possa sembrare semplice, non è facile comprendere che si continua ad essere genitori anche smettendo di essere moglie o marito. Una separazione è un momento molto doloroso. E richiede tempo per essere accettato ed elaborato.

In tali dinamiche che si rompono e che richiedono una nuova impostazione, i figli spesso assumono i panni del genitore che se n’è andato, con comportamenti da adulto ed istinto di protezione verso il genitore con cui si vive. Spesso il bambino vive le stesse sensazioni del genitore lasciato. E, se non opportunamente informato e consolato, rischia di vivere un senso di colpa rispetto alla rottura dei genitori.

In quali occasioni viene minato l’equilibrio psicofisico del minore? Indubbiamente quando i comportamenti sopra descritti vengono amplificati al punto da insidiare il rapporto con l’altro genitore. Oppure quando il bambino si ritrova a vivere un conflitto di fedeltà nel momento in cui vede il papà o la mamma che non vivono con lui («Se vado da papà tradisco la mamma»). L’alleanza collusiva tra genitore e figlio contro l’altro genitore è sicuramente preoccupante.

Come intervenire in caso di PAS

Il lavoro parte dai genitori, che hanno l’obbligo di garantire una genitorialità presente e amorevole. Una risorsa utile per le coppie in caso di separazione conflittuale può essere la mediazione familiare. Questa, al netto delle dinamiche legali, ha la finalità di mantenere la bigenitorialità un punto fisso e imprescindibile dell’intervento.

Oltre alla mediazione, anche un supporto di tipo psicologico rappresenta un valido aiuto. Sia per i genitori che per il minore.

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