Il pensiero magico: una roccaforte che tranquillizza i bambini (e non solo)

È risaputo che i bambini hanno una grande immaginazione, ma solo in pochi sanno che non si commette errore parlando di un vero e proprio pensiero magico che li caratterizza.


Per i bambini è normale credere che tutti gli oggetti, gli animali o anche le piante siano animate ed abbiano perciò una propria vita e possano interagire con loro: un oggetto, ad esempio, può spostarsi autonomamente oppure capire ciò che gli si dice.

I bambini, infatti, attribuiscono ad ogni cosa che li circonda ciò che loro pensano e provano, in quanto non concepiscono una realtà diversa dalla propria, né sono legati da vincoli di spazio o tempo o da nessi causali che spieghino ogni fenomeno. In pratica, il pensiero magico dei bambini si contrappone a quello che invece definiamo solitamente pensiero razionale e logico, tipico degli adulti.

Effetti del pensiero magico

Il pensiero magico è molto importante per il bambino, perché gli permette di confrontarsi con una realtà ancora in parte sconosciuta, e di spiegare fatti ancora difficilmente comprensibili per lui. Attraverso questo pensiero, inoltre, è in grado di costruire una realtà sicura, a sua misura, una sorta di roccaforte che lo tranquillizza, ad esempio scongiurando qualcosa di brutto o aiutandolo a vedere realizzato un desiderio.

Il pensiero magico è proprio solo dei bambini?

Fino ai 6/7 anni circa il pensiero magico è quello che maggiormente caratterizza i bambini. Poi, complice anche l’inizio della scuola (basata su nozioni e profitto), piano piano si avvicinano al modo di ragionare degli adulti.

In realtà sono in molti a sostenere che il pensiero magico non sia proprio solo dei bambini,  soprattutto quando il pensiero logico non riesce a sconfiggere le paure o realizzare desideri; basti pensare ai tanti riti scaramantici messi in atto anche dagli adulti.

Inoltre, è sufficiente pensare a come è diviso il nostro cervello: l’emisfero sinistro regola il pensiero logico, ma c’è anche un emisfero destro, quello dominato dall’emotività e dall’estro. Ecco che allora ben si capisce che il pensiero magico non abbandona mai realmente una persona, ma sarà piuttosto la persona stessa a dargli o togliergli spazio.

Come comportarsi con i bambini?

È bene che gli adulti non insistano a voler spiegare razionalmente ogni cosa ai bambini, ma neanche assecondarli in tutto e per tutto nelle loro fantasie. Un adulto dovrebbe infatti offrire il proprio punto di vista, diverso da quello del bambino, ma senza imporglielo.

Questo è utile per il piccolo non solo per sviluppare in maniera corretta il pensiero razionale, ma anche per capire che esistono ed è bene tenere conto anche di punti di opinioni e pensieri diversi dal proprio. Pian piano sarà il bambino stesso a rendersi conto che il pensiero magico non può spiegare la realtà né fornire spiegazioni plausibili per certi accadimenti, ma deve giustamente essere un procedimento lento e graduale.

Sarebbe bene, inoltre, che ogni genitore non smetta mai di far sviluppare, accanto al pensiero razionale, anche quello magico: è importante che anche la parte più fantasiosa e artistica di un bambino, così come di un adulto, sia alimentata e utilizzata nel migliore dei modi.

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