Disturbi specifici dell’apprendimento

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In campo clinico i Disturbi Specifici dell’ Apprendimento si identificano con l’acronimo DSA, cioè quelle problematiche specifiche dell’età evolutiva, che emergono soprattutto in ambiente scolastico. Essi interessano bambini intelligentie sani, ma che non riescono a padroneggiare con sufficiente sicurezza i processi di lettura (in questo di caso si parla di Dislessia), di scrittura (Disgrafia e Disortografia) e di calcolo (Discalculia).

La legge 8 ottobre 2000, n. 170 “riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana”.

I bambini che soffrono di questi disturbi hanno un’intelligenza ed una fisicità nella norma, perciò spesso tali difficoltà vengono erroneamente attribuite ad altri fattori, come negligenza, scarso impegno, scarso interesse o mancanza di volontà. Questo può avere conseguenze anche molto spiacevoli sul piano personale, causando ad esempio abbassamento dell’autostima, depressione, comportamenti oppositivi, abbandono scolastico o scelte di basso profilo rispetto alle proprie potenzialità. Per evitare questi gravi malintesi, l’art. 3 comma 3 della legge 170/2000 stabilisce: “E’ compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa apposita comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti”.
I disturbi di questo tipo possono presentarsi in forma isolata (disturbo specifico) con un’incidenza del 3—5% nella popolazione scolastica italiana, oppure associati tra di loro (disturbo aspecifico) con un’incidenza del 10-16%.
Una definizione internazionale è fornita dal DSM-IV-TR (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, 2000): “I disturbi dell’apprendimento vengono diagnosticati quando i risultati ottenuti dal bambino in test standardizzati, somministrati individualmente, su lettura, calcolo o espressione scritta risultano significativamente al di sotto di quanto previsto in base all’età, all’istruzione e al livello d’intelligenza. Essi interferiscono in modo significativo con i risultati scolastici o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura, di calcolo e di scrittura.”

Per approfondire: Come ottenere una diagnosi di DSA

Dislessia

La dislessia è la difficoltà a leggere in modo corretto e fluente. Il bambino non è in grado di leggere correttamente, scambia e/o inverte le lettere, anticipa le parole, è molto lento nella lettura stessa. Conseguenze secondarie possono includere ovviamente problemi di comprensione del testo, ma soprattutto una crescita limitata del vocabolario e delle conoscenze generali, dovuti ad una mancata automatizzazione della lettura nonché ad un rifiuto della stessa, proprio per la grande fatica che essa rappresenta per il bambino.

Come si manifesta?

  • difficoltà nel differenziare i grafemi diversamente orientati nello spazio, cioè sono generalmente confuse le lettere come “p-b”, “d-q”, “u-n”, “a-e”, “b-d”;
  • difficoltà a differenziare i grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo-uditive, come “f-v”, “t-d”, “p-b”, “c-g”, “l-r”, “m-n”, “s-z”;
  • difficoltà a distinguere quei grafemi che si differenziano per piccoli particolari, come “m-n”, “c-e”, “f-t”;
  • difficoltà nella codifica sequenziale, cioè nel seguire con lo sguardo la direzione sinistra-destra e alto-basso.
  • omissione di grafemi e sillabe: durante la decodifica il bambino non legge alcune consonanti (es: “pata” invece di “pasta”), alcune vocali (es. “pano” invece di “piano”) oppure intere sillabe (es. “cato” invece di “caduto”);
  • omissione di parole o salti da un rigo all’altro;
  • inversione di sillabe: il bambino inverte la posizione di una sillaba che compone la parola, con errori di decodifica (es. “al” invece di “la”, “cunaci” invece di “cucina”);
  • aggiunte e ripetizioni di sillabe o grafemi della parola (es. “gomimito”);
  • difficoltà a riconoscere i gruppi consonantici complessi, come “gn”, “gh”, “gl”, “sc”;
  • difficoltà nella lettura di parole poco comuni o a bassa frequenza d’uso;
  • prevalenza della componente intuitiva: poiché il bambino non riesce a leggere correttamente, si affida all’intuizione, ossia pronuncia quella che immagina possa essere la parole scritta, compiendo spesso errori.

Disgrafia

La disgrafia è un disturbo specifico che interessa la qualità del tratto grafico, non le regole ortografiche e sintattiche: il bambino ha difficoltà nella riproduzione sia di segni alfabetici che numerici. Questo però comporta di conseguenza una difficoltà anche nella rilettura e nell’autocorrezione.
È importante che venga individuata precocemente, soprattutto perché tende a peggiorare nel tempo e, oltre ad avere effetti negativi sul rendimento scolastico, può, come gli altri disturbi, incidere negativamente anche sullo sviluppo della personalità del bambino.

Come si manifesta?

La disgrafia si manifesta nel periodo in cui il bambino inizia a personalizzare la sua scrittura (circa al terzo anno di scuola); prima, infatti, la difficoltà può essere semplicemente dovuta all’approccio con un’attività nuova. Le caratteristiche di questa difficoltà sono:

  • Posizione e prensione: scrittura irregolare; impugnatura scorretta; posizione del corpo inadeguata; non utilizzo della mano libera come aiuto;
  • Orientamento nello spazio grafico: ridotta capacità di utilizzare lo spazio a disposizione nel foglio; non rispetto dei margini; spazi irregolari tra le lettere e tra le parole; mancanza di una linea di scrittura;
  • Pressione sul foglio: eccessiva o insufficiente pressione della penna sul foglio;
  • Produzioni e riproduzioni grafiche: difficoltà nella riproduzione grafica di figure geometriche; mancato rispetto delle proporzioni;
  • Esecuzione di copie: difficoltà a copiare le parole; scarsa coordinazione oculo-manuale;
  • Dimensioni dei grafemi: inadeguata grandezza delle lettere;
  • Unione dei grafemi: la mano non scorre adeguatamente sul foglio; fatica a seguire con lo sguardo la propria scrittura;
  • Ritmo grafico: alterazione del ritmo di scrittura: scrive con velocità eccessiva o con estrema lentezza; movimenti “a scatti”, senza armonia del gesto e con frequenti interruzioni.

Disortografia

La disortografia è un disturbo specifico della scrittura che consiste nel non riuscire a
trasformare correttamente il linguaggio parlato in linguaggio scritto. Inevitabilmente
questo comporta, in qualsiasi testo scritto o riprodotto, un elevato numero di errori
ortografici, che, è bene sottolineare, non dipendono quindi dalla mancata acquisizione
delle conoscenze ortografiche insegnate a scuola.

Come si manifesta?

La disortografia si manifesta con le seguenti difficoltà:

  • confusione tra fonemi somiglianti: il bambino non scrive correttamente le lettere udite che sono similari tra loro, come “f-v”, “t-d”; “b-p” “l-r”;
  • confusione tra grafemi simili: il bambino non copia correttamente le lettere scritte che presentano una somiglianza nella forma, come “p-b”;
  • dimenticanza di parti di parole: il bambino tende a omettere alcune parti della parola, come la doppia consonante (“piatto”-“piato”), la vocale all’interno della parola (“fiore”-“fore”), o la consonate interna alla parola (“matita”-“maita”);
  • inversioni: il bambino scrive la parola invertendo la posizione dei fonemi che la compongono (“idraulico”-“idracuilo”).

Discalculia

La discalculia è un disturbo delle abilità numeriche ed aritmetiche. Sebbene i simboli numerici siano quantitativamente inferiori rispetto a quelli alfabetici (10 cifre contro 21 lettere), la loro combinazione è assai complessa. Questi disturbi possono riguardare, congiuntamente o indipendentemente, il sistema dei numeri (quindi la loro conoscenza e l’abilità di lettura e scrittura degli stessi) ed il sistema di calcolo (quindi il conteggio, le operazioni a mente e le operazioni scritte).

Come si manifesta?

La discalculia provoca difficoltà in due ambiti: nei numeri e nel calcolo.

Gli errori sintattici dei numeri sono:

  • Errori di conteggio (mancato controllo della struttura sintattica):
    • ad es.: 1,2,3,4,15,16…(rispettato l’incremento ma non la categoria lessicale);
    • ad es: 13,14,40,41,42… (mancato incremento e confusione del livello).
  • Mancato riconoscimento del valore dello zero nella transcodifica:
    • ad es: centouno = 1001;
    • ad es: duecentocinquasette= 210057, ottocentosessantuno = 8100601.
  • Incapacità di trasformare i numeri in parole e le parole in numeri.
  • Errori di lettura dei numeri.
  • Errato orientamento spaziale e sequenziale:
    • ad es: 15=51; 316=631;

Per approfondire: Come ottenere una diagnosi di DSA

 

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