Bambini parlatori tardivi: cosa fare

L’evoluzione del linguaggio è un aspetto molto delicato e personale, che varia da caso a caso e che è strettamente legato all’ambiente in cui vive il piccolo. In genere i bambini iniziano a parlare a partire dal primo anno di età, acquisendo le strutture fondamentali del linguaggio, ma molti soggetti presentano uno sviluppo diverso, sia in termini quantitativi che qualitativi. I parlatori tardivi, ad esempio, sono i bambini che sviluppano la dote del linguaggio tra i 24 e i 36 mesi.

L’importanza del logopedista

I parlatori tardivi sono bambini che non iniziano presto a parlare come fanno la maggioranza di piccoli; se i genitori si accorgono di questo fenomeno è importante sentire il parere di un logopedista, specializzato nei disturbi del linguaggio. Può trattarsi, in alcuni casi, di problematiche legate all’udito, quindi il medico di base e anche il logopedista possono appurare questo fatto o escluderlo a priori. Udire non è comunque sufficiente per comprendere se i piccoli eseguono le richieste alle quali vengono invitati, quindi l’analisi deve comprendere anche la valutazione del livello di comprensione.

Il supporto di uno specialista è importante perché il continuo insistere nel far parlare i bambini in autonomia potrebbe provocare delle crisi di ansia nei piccoli. La relazione positiva con i genitori potrebbe infatti incrinarsi a seguito delle continue richieste e di una riposta che non può essere data per diversi motivi. Il logopedista può quindi misurare scientificamente il livello di comprensione, mentre i genitori devono collaborare al periodo di analisi con un’osservazione che sia libera e che possa tenere un diario delle comunicazioni, anche non verbali, che intercorrono fra i genitori e i bambini.

Tenete sempre un diario

I genitori dei parlatori tardivi possono quindi tenere un vero e proprio diario, dove vengono appuntati i gesti, i comportamenti e le evoluzioni del piccolo, ma anche le domande che interessano ogni aspetto. In questo modo è possibile ottenere un quadro completo della situazione e agire in modo ordinato, quanto positivo, per la crescita del piccolo. Questa raccolta deve interessare ogni momento della vita del bambino, dall’apprendimento al gioco, e l’attenzione deve essere posta sugli oggetti reali e sulle situazioni tangibili, giacché il parlatori tardivi non soffrono di una patologia, ma solo di un rallentamento nello sviluppo che può risolversi con la giusta cura e con le giuste tempistiche.

Un ottimo strumento per migliorare la percezione del piccolo e anche per instaurare un rapporto di fiducia e di comprensione reciproca è quello di affidarsi ai libri illustrati, un consiglio che è spesso elargito anche dagli stessi logopedisti. Sfogliando assieme questi libri e accompagnando il linguaggio con i gesti è infatti possibile organizzare la rete dei significati che normalmente viene indirizzata con le parole. Leggendo i diversi brani con calma e accompagnando il tutto con il dito è possibile instaurare nel bambino l’orientazione dell’attenzione visiva e uditiva sulle parole e quindi iniziare un percorso di comprensione positivo e non stancante per il bambino.

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