Si può dimenticare un figlio in macchina? Da incubo a realtà

Si può dimenticare un figlio in macchina? Si tratta di una domanda ricorrente, soprattutto a seguito degli ultimi casi di cronaca, nazionale ed internazionale. Di fronte a queste notizie, le opinioni dei genitori si dividono tra coloro che vedono l’ipotesi che un fatto del genere si verifichi come impossibile e altri che si riconoscono come parte vulnerabile e preoccupata.

La domanda sorge dunque spontaneamente: è possibile per un genitore, apparentemente normale, senza problemi, dimenticare un figlio in macchina? Sì, è possibile.

Partiamo dalla casistica. Nel mondo, negli ultimi 18 anni, sono morti più di 620 bambini a causa dell’ipertermia dovuta alla dimenticanza in macchina dei propri genitori.

Secondo un’inchiesta condotta nel 2010 dal premio Pulitzer Gene Weingarten, il numero di bambini morti in queste circostanze è aumentato notevolmente negli ultimi 20 anni a causa dell’invenzione dell’Airbag nel posto del passeggero. Questa modifica, volta a migliorare la sicurezza dei passeggeri nell’abitacolo, avrebbe però costretto a spostare il seggiolino dei bambini nei sedili posteriori, riducendo così la visibilità e la possibilità di supervisione dei genitori verso i propri figli. Difficile spiegare unicamente in questo modo i motivi alla base di incidenti come questo, seppur non si possa negare una minima correlazione tra questi dati.

Come è possibile dimenticare un figlio in macchina?

Da cosa è causato questo back-out cognitivo che porta a dimenticare un figlio in auto? Solitamente un comportamento come questo viene etichettato con il nome di amnesia dissociativa.

L’amnesia dissociativa è un disturbo dissociativo la cui manifestazione principale consiste in uno o più episodi di incapacità a ricordare dati personali importanti, di solito di natura traumatica o stressogena, che risulta troppo estesa per essere spiegata come banale tendenza a dimenticare.

In un quadro clinico di questo tipo si presentano diversi episodi di vuoti di memoria, che possono durare da pochi minuti a poche ore, infine anche a giorni e anni interi. In altri casi le cose vengono dimenticate man mano che si verificano. Gli individui con amnesia dissociativa sono spesso inconsapevoli, o consapevoli in minima parte, dei loro problemi di memoria. Se alcuni pazienti riconoscono di aver perso del tempo, senza sapere come, altri vivono una sorta di “dimenticanza dell’amnesia” che li porta a rendersi conto del tempo perduto solo di fronte a prove che dimostrano cose fatte che non ricordano.

I sintomi presenti nell’amnesia dissociativa causano disagio clinicamente significativo oppure una marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo.

Da cosa è causata l’amnesia dissociativa?

Sicuramente lo stress, la stanchezza, la mancanza di sonno possono contribuire a creare tali vuoti mnemonici.

Occorre quindi riflettere e considerarsi tutti potenzialmente vulnerabili. Abbiamo spesso la presunzione di ritenerci perennemente in grado di fare tante cose contemporaneamente: multitasking è la parola d’ordine per poter gestire al meglio i ritmi veloci della quotidianità. Ma non sempre mente e fisico vanno di pari passo. La tecnologia potrà venirci incontro con strumenti all’avanguardia pronti a segnalare la presenza di un bambino in auto, ma prima ancora di affidarsi ad un oggetto simile bisogna forse fare un passo indietro e analizzare approfonditamente il nostro stile di vita. Solo così sarà più semplice capire se e dove si può fare un passo indietro rispetto alla frenesia delle nostre giornate e comprendere quando è necessario chiedere aiuto.

Episodi come questi devono essere un campanello d’allarme, un monito anche per le nostre vite.

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