Il disturbo dell’attenzione è solo un problema infantile?

La comunità scientifica è concorde nell’affermare che il disturbo dell’attenzione, chiamato in sigla ADHD, non è una sindrome prettamente infantile, perché può insorgere anche in età adulta, in modo spontaneo o a seguito di una mancata cura ricevuta in età infantile. Molti bambini non hanno infatti mai ricevuto la giusta diagnosi a questo problema e sono cresciuti senza poter rimediare a una sindrome che si propone curabile e migliorabile con i giusti protocolli di cura.

Quante persone soffrono di disturbo dell’attenzione?

Secondo le stime, nel nostro paese una percentuale variabile dall’1% al 4% della popolazione adulta soffre di disturbo dell’attenzione. Si tratta di un problema che interessa circa 2 milioni di persone in tutto il paese, ma il dato più grave non interessa forse la quantità, ma il fatto che molte persone che soffrono di questa patologia non ne sono consapevoli. I sintomi che gli adulti manifestano sono gli stessi registrati nei bambini: dall’irrequietezza all’incapacità di prestare attenzione, fino all’impossibilità di mantenere viva l’attenzione nel lavoro o nei rapporti interpersonali. Si tratta di campanelli d’allarme che raramente vengono associati al disturbo dell’attenzione e che nell’età adulta diventano molto più complessi perché presentano una natura radicata.
La complessità della diagnosi in età adulta interessa innanzitutto la mancata richiesta di valutazione neuropsicologica, perché si tende ad attribuire i sintomi del disturbo dell’attenzione a caratteristiche di personalità o problemi lavorativi, personali e sociali. Un altro problema riguarda il fatto che notoriamente il disturbo dell’attenzione riguarda i bambini e non gli adulti. In Italia, così come in molti Stati del mondo, manca un’informazione chiara in merito, che possa indurre le persone che riconoscono i sintomi del disturbo dell’attenzione a chiedere aiuto a uno psicologo.

Il disturbo dell’attenzione in età adulta

Il disturbo dell’attenzione negli adulti causa nervosismo e irrequietezza con conseguenze psicologiche e morali molto pericolose, come l’impossibilità di attuare relazioni stabili. Molti pazienti che soffrono del disturbo dell’attenzione, infatti, sono portati all’abuso di sostanze alcoliche o di stupefacenti, poiché non trovano un sollievo nella vita di ogni giorno. Si tratta di situazioni molto gravi che provocano spesso separazioni, divorzi e distruzione del nucleo familiare. Se il problema venisse quindi individuato e ben curato, si potrebbe procedere con la prevenzione dell’abuso da sostanze psicotrope e anche con il salvataggio di situazioni personali delicate e legate ai rapporti intimi dei pazienti.
Nel nostro paese il disturbo dell’attenzione negli adulti è ampiamente sotto-diagnosticato, ma qualcosa si sta muovendo a livello scientifico e sempre più sono gli incontri e anche le informazioni che iniziano ad essere diffuse nelle riviste e nell’universo del web.

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