Bambini e adolescenti incollati ai videogiochi: ci sono pericoli per il loro sviluppo?

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I videogiochi sono estremamente divertenti e ci fanno trascorrere molto tempo. Tuttavia, dal momento in cui sono entrati nelle nostre vite, si tende a farne un uso spropositato. Sono soprattutto gli adolescenti che tendono ad utilizzarli molto, giocandovi in pratica tutto il pomeriggio o tutta la serata, non accorgendosi nemmeno del tempo che passa. Se non si sta attenti, questi dispositivi possono creare molta dipendenza.

Apparsi per la prima volta nella metà degli anni ‘70, i videogame sono diventati di dominio pubblico a partire dagli anni ‘80. Basti pensare ai primi Nintendo, ai famosissimi giochi per pc, per poi passare a giochi sempre più interattivi come la Playstation, l’XBox e molto altro ancora, fino ad arrivare ai giorni nostri.

Dipendenza da videogiochi

Da tempo sono noti gli effetti da dipendenza da videogiochi. Tuttavia, sono stati frequenti (e lo sono ancora) anche casi di allarmismo. Molti genitori, infatti, con la paura che il proprio figlio fosse dipendente da videogame, hanno spesso ingigantito il problema. È vero che molti bambini ed adolescenti sono attratti da questi giochi particolari, ma non tutti quelli che ci giocano ore e ore hanno sviluppato una vera e propria dipendenza. Ci si deve preoccupare soltanto se, assieme al passare ore e ore davanti al video, appare aggressività, disturbi del sonno, problemi posturali e patologie alla colonna vertebrale, paura di rimanere sconnessi dalla rete (dato che molti giochi adesso sono anche online), disturbi dissociativi, forme di alienazione sociale.

Tutta colpa dei giovani o anche i genitori giocano la loro parte?

Purtroppo, la colpa non è certo solo dei ragazzi. Sono spesso i genitori che non fanno niente per impedire tutto questo. Tutelare la salute dei figli è molto importante: si deve evitare che i nostri ragazzi o bambini passino ore e ore davanti ad un videogame. Purtroppo, spesso, per “tenerli buoni” i genitori preferiscono sapere che i piccoli sono in casa, dove niente può succedergli, anziché ad esempio mandarli a giocare fuori. Niente di più sbagliato.

È comunque vero che non sono dispositivi da demonizzare: occorre farne, come in tutte le cose, il giusto uso.

Quando i videogiochi diventano nuove figure genitoriali

I videogiochi, oggigiorno, sono diventati dei babysitter digitali. Sono come delle nuove figure genitoriali, che “intrattengono” il bambino. I genitori sono spesso tranquilli nel lasciare i propri figli a casa, proprio perché sanno che nel momento in cui usciranno, i piccoli non faranno altro che stare di fronte ad un videogame, dove non gli succederà nulla di male. Ma questo intrattenimento si può pagare caro. Il rischio di sviluppare una dipendenza è molto alto, come abbiamo visto. I genitori dovrebbero impedire a questi videogiochi di diventare dei loro sostituti, cercando di essere più presenti nelle vite dei loro figli.

Perché i giovani si rintanano nei videogiochi?

Siamo, purtroppo, di fronte ad un paradosso. In una società tecnologizzata come la nostra, dove le interazioni sociali sono davvero molteplici, anziché sentirci tutti parte di un tutto, tendiamo purtroppo a sentirci soli e a isolarci. Spesso i genitori lavorano tutto il giorno e fino a tardi. I bambini, specialmente d’inverno quando non possono uscire, tendono a cercare delle attività da poter svolgere in casa, per passare il tempo e, magari, per sentirsi meno soli. Attività come il guardare la tv o giocare ai videogiochi sono gettonatissime. Si tratta di un passatempo, quindi, che se non opportunamente controllato, rischia di diventare un serio problema.

Ci sono pericoli per il loro sviluppo?

Le conseguenze possono esserci, a lungo termine. Passare un pomeriggio davanti ai videogiochi non ha certo mai ucciso nessuno. Tuttavia, farlo tutti i giorni e tutto il giorno può diventare dannoso. In primo luogo per la salute, perché la vita sedentaria non fa bene né ai bambini né agli adulti: può sfociare in obesità, come noto, e in malattie molto serie. Inoltre, fa male ai rapporti sociali: i videogiochi sostituiscono abilmente amici e genitori, ma non sono certo sani alle interazioni. Senza contare i disturbi agli occhi che si possono creare stando tutto il giorno davanti ad un video: si possono avere problemi alla vista, irritazioni varie all’occhio, mal di testa e mal di schiena derivanti anche dalla cattiva postura.

Regole per un rapporto sano con i videogiochi

Come tutte le cose, è necessario farne buon uso. Si può fare un patto con il bambino: di giocare, ad esempio, un’oretta al giorno, sempre dopo i compiti, onde evitare cali di concentrazione che possono essere deleteri alla scuola. Ad ogni modo, i videogiochi non dovrebbero essere introdotti nella vita dei bambini prima dei sei anni, soprattutto se sono particolarmente violenti. Farli usare in maniera autonoma sarà possibile, ma solo dopo i 12 anni, ovvero quando il bambino è piuttosto grandicello.

Se vediamo che nostro figlio passa davvero molte ore davanti ad uno schermo, è opportuno chiedersi il perché. Magari noi genitori siamo troppo assenti? Un po’ di sana autocritica è necessario farla sempre.

Nei casi più seri, si può pensare di chiedere aiuto ad uno specialista, ad esempio uno psicologo o uno psicoterapeuta. Un esperto del settore sarà certamente in grado di capire quali sono i vuoti che il bambino cerca di colmare attraverso una “scorpacciata” di videogiochi e di risolvere la situazione.

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