La violenza psicologica sui minori: quali soluzioni?

Spesso la violenza psicologica sui minori si manifesta in contesti familiari e al di fuori della famiglia nessuno sa nulla o si accorge di quello che accade. Per questo motivo la violenza è difficile da contrastare. Gli atti sono commessi da persone che si trovano a ricoprire una posizione di potere nei confronti del bambino o del minore e sono ritenuti psicologicamente dannosi, ma spesso sono taciuti e nascosti. Nella maggioranza dei casi si tratta di familiari, quali genitori, ma anche parenti acquisiti, fratelli, sorelle e anche parenti vicini e lontani.

Quali comportamenti sono violenti?

I comportamenti di questo genere possono danneggiare irreversibilmente lo sviluppo fisico, emotivo, cognitivo e soprattutto emozionale del bambino e si manifestano solitamente con rifiuti, minacce, sfruttamento, opere di terrorismo psicologico e isolamento dei bambini e dei ragazzi dal contesto sociale. Si tratta di comportamenti che variano dal far sentire il minore costantemente giudicato all’esprimere critiche inutili e continue sul suo aspetto fisico, sulle sue capacità intellettuali fino a farlo vivere in una condizione di angoscia, di terrore e di conflittualità. La stessa conflittualità si legge nell’operato di alcuni genitori separati, che tentano di mettere i figli contro il coniuge e nella prassi di limitare la libertà di azione del figlio oppure di proteggerlo in modo ossessivo e compulsivo.

I bambini hanno dei diritti?

Esiste un importante riferimento di tutela normativa per i diritti del minore e dell’infanzia, che va ricercato nella Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, con la quale sono stati indicati in modo completo tutti i diritti dei bambini. Si tratta di uno strumento che sancisce i comportamenti di violenza psicologica e che indica quali sono i metodi e le vie da seguire per attuare il recupero del minore a livello sociale e personale. Spesso i minori che hanno subito delle violenze psicologiche sono infatti portati a crescere in modo instabile e disadattato, provando sentimenti quali la solitudine, l’inibizione al gioco e ai contatti sociali e a patire disturbi fisici di varia natura, che passano dall’insonnia alle patologie asmatiche, fino a problemi cardiocircolatori nei casi più gravi.
È importante considerare che l’ordinamento italiano non prevede l’abuso e la violenza psicologica come reato, ma per supplire a tale mancanza è possibile incolpare chi compie questo reato con altre forme, quali la violazione degli obblighi di assistenza familiare, l’abuso dei mezzi di correzione e di disciplina, la violenza privata, la diffamazione o il maltrattamento in famiglia rivolto ai fanciulli. Si tratta di reati gravi, che devono essere prontamente imputati alle persone da parte di chi si accorge che sussiste una violazione dei diritti dei minori. È compito della scuola e delle associazioni ricreative accorgersi che ci sono problemi di questa natura e quindi denunciare ai servizi di assistenza sociale del luogo di residenza tali comportamenti. Purtroppo è molto arduo riuscire ad individuare la portata del fenomeno, ma un costante monitoraggio nei minori che potrebbero essere soggetti a violenza psicologica è doveroso da parte delle istituzioni e anche da parte dei cittadini privati che entrano in contatto con queste realtà così difficili e problematiche.

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