Premi o punizioni? L’eterno dilemma nell’educazione dei figli

Educare è un verbo che deriva dal latino educere, ovvero tirar fuori. Oggigiorno si assiste ad una vera e propria confusione in merito a tutto ciò che può riguardare l’educazione dei figli.

Passando dalle scorse decadi, arrivando fino ad oggi, ci sono state diverse correnti di pensiero che hanno promosso dapprima la genitorialità come manifestazione di un’educazione autoritaria, e successivamente l’esatto opposto, ovvero una cultura permissiva che educava i propri figli come se fosse una relazione tra pari, tra amici.

Di pari passo vanno le teorie che promuovono la presenza o l’assenza di punizione come unica forma educativa. Insomma: o bianco o nero.

L’educazione dei figli

Nella “giungla” di teorie psicologiche e sociologiche spesso si perde il focus del discorso e si genera confusione nei genitori. Si parla di educazione, di “tirar fuori” dai nostri figli la loro personalità, la loro capacità di resilienza, senza far venire a mancare l’insegnamento delle regole della società. Qualsiasi bambino, indipendentemente dal carattere, arriverà all’età in cui dovrà comprendere cos’è il bene e cos’è il male, cosa è permesso fare e cosa invece no.

Un proverbio dice:

Le regole sono fatte per essere infrante.

E, sì, in un certo senso è così.

Se i bambini non hanno limitazioni come possono comprendere che ogni azione ha una conseguenza? Come possono far tesoro delle esperienze, soprattutto negative?

Ricordiamoci che ogni ambiente che frequentano, come la scuola o le società sportive, ha delle regole. Con lo sviluppo sono i bimbi stessi a inserire talvolta regole nei propri giochi. La fantasia li porta a creare giochi di società o attività ludiche di gruppo che hanno norme, premi e punizioni.

Come schierarsi quindi nell’educazione dei  figli? Sicuramente il buon senso viene prima di ogni possibile teoria. Oltre a ciò ci sono alcune indicazioni che potrebbero essere utili per i genitori.

Premi o punizioni? 

Non è sempre tutto bianco o nero. È però importante sottolineare che premiare un comportamento corretto previene il ricorso alla punizione. La nostra società è invece ancora molto improntata sulla punizione come metodo educativo principale. Sarebbe opportuno ribaltare il punto di vista e dare spazio più ad un’educazione che gratifichi il bambino quando si comporta bene. Nell’educazione dei figli, le punizioni non sono quindi da eliminare, ma da limitare rispetto ad una più efficace gratificazione.

Poche e chiare regole

Come vi sentireste se veniste sommersi da un elenco infinito di regole? Probabilmente frustrati e con la perenne sensazione di fallire. Nel momento in cui vediamo troppe norme sappiamo già che, per forza, qualcuna forse la infrangeremo, o banalmente non ci ricorderemo di rispettarla. Queste stesse sensazioni le prova un bambino di fronte a un elenco eccessivo di norme. Per questo le regole dovrebbero essere poche, chiare e soprattutto adattate all’età del bambino. Con i bambini più piccoli potrebbe risultare utile ricorrere a delle immagini semplici, in modo che possano aiutare il piccolo a memorizzare più facilmente la norma.

Evitare troppi divieti

I “no” nella vita sono importanti, tanto quanto i “sì”. Nel definire delle regole con i propri figli si potrebbe però evitare di ricorrere sempre a un divieto, ribaltando anche qui il punto di vista e concordando cosa si possa e si debba fare. In questo modo la regola “Non si gira per casa con le scarpe” può diventare “In casa si usano le ciabatte e le scarpe si mettono nella scarpiera”.

Educare all’emotività

L’ascolto attivo per un genitore è davvero importante. Far percepire al proprio figlio di essere in sintonia con i loro sentimenti non sempre è facile. Per questa ragione è importante dare spazio alle emozioni, nominandole in primis. I bimbi piccoli vivono le emozioni senza dapprima chiamarle con il loro nome. Con il tempo possiamo aiutarli a dare un nome ai sentimenti, facendogli capire che stiamo ascoltando il loro disagio o il loro entusiasmo.

Come spesso accade quando si cerca di trovare la soluzione ad argomenti delicati, si ricorre ad un principio difficilmente modificabile: l’importanza del dialogo di qualità in famiglia.

Perciò, per quanto la quotidianità frenetica rischi a volte di alienarci, ricordarsi che la parola di un genitore conta più di un tesoro per un figlio è la base sulla quale condividere regole, premi, punizioni ed educazione, soprattutto dei sentimenti propri e altrui.


        

Leave A Comment

Nessun prodotto nel carrello.