Premiare i bambini a scuola: è giusto o sbagliato?

Se i bambini a scuola hanno svolto un ottimo lavoro, è chiaro che devono essere premiati. I premi e le gratificazioni possono, infatti, essere utilizzati come strategia educativa, allo scopo anche di incentivare il lavoro dei piccoli. Cerchiamo di capire come si può fare, soprattutto in ambito di bambini con difficoltà.

Premiare i bambini a scuola: possibili strategie

Sono tante le possibili strategie da adottare per premiare i bambini a scuola. Lodare i comportamenti positivi serve a comunicare fiducia nell’alunno, rispetto alle sue capacità di comportarsi adeguatamente. Ovviamente, il tutto deve avvenire in modo credibile e mai sproporzionato.

Una strategia che si può adottare è quella della chiarezza. Si può, infatti, definire in modo chiaro e non vago quali saranno i comportamenti che verranno eventualmente premiati. Dire, ad esempio, “se fai il bravo ti darò un premio” è senza dubbio molto meno efficace di un “se esegui il tuo compito in modo corretto come ti ho insegnato, ti darò un premio”. L’entità del premio, poi, sarà deciso dalle insegnanti in una sede apposita.

Importante anche la coerenza, che in questo senso si traduce nel rispettare quanto concordato nel programma. Gli obiettivi, oltre che essere definiti con chiarezza, dovranno anche essere realistici, proporzionati allo sforzo e raggiungibili per il bambino: altrimenti, egli perderà la sua motivazione.

Premiare i bambini serve a rinforzare la loro autostima e togliere spazio ai comportamenti indesiderati.  In questo modo, si cerca sempre un lato positivo da apprezzare, basandosi sul fatto che essere apprezzati aiuta a migliorarsi.

I detrattori

Com’è facilmente intuibile, il sistema dei premi a scuola è comunque molto criticato. Tra i detrattori ci sono coloro che dicono che, in tal modo, il bambino potrebbe agire bene soltanto se c’è un premio da ottenere. Darà, quindi, più importanza al fine, piuttosto che al perché si deve agire in quel modo. Il rischio è che, quindi, finisca per chiedere dei premi per fare qualsiasi cosa. Il premio è senza dubbio utile in riferimento agli alunni che sono più problematici, iperattivi, oppure svogliati, con cali di attenzione: sono tutti soggetti che potrebbero essere più incentivati nel fare qualcosa a scuola se ottengono un premio. Attenzione, però, a non premiare solo questi soggetti se si comportano bene. Dovranno essere lodati tutti se si comportano bene, secondo un sistema di “giustizia” uguale per tutti.

Il programma di rinforzo

Ma come si può, dunque, all’atto pratico premiare i bambini? Sfruttare il potere dei premi è possibile se li si inserisce all’interno di un sistema di gratificazione creato ad hoc, per il bambino con comportamenti problematici, tenendo conto di alcune variabili come il carattere, età, interessi e contesto.

Per modificare specifici comportamenti, è più efficace ricorrere alla strategia dei premi che non alle punizioni. Pensiamo ai premi come un qualcosa che aiuta il bambino a motivarlo, in virtù del raggiungimento di un risultato positivo. In questo modo possono controllare la situazione attraverso il loro comportamento e avranno anche una gratificazione per la fatica impiegata. Al contrario, la punizione, potrebbe innescare a sua volta dei comportamenti problematici, magari dati dal risentimento e dalla frustrazione. E’ ovvio che un sistema basato su punizioni non migliora certo l’autostima del bambino.

Il sistema basato sui premi a scuola, specialmente in ambito di soggetti problematici in classe, viene chiamato spesso programma di rinforzo. Per capire come funziona, dobbiamo prima valutare interessi e desideri del bambino in questione. Successivamente, vengono segnalati dei comportamenti che gli permetteranno di ottenere dei punti. Si possono, inoltre, prevedere anche comportamenti (indesiderati) che ne comportano invece la perdita degli stessi. Se il bambino raggiungerà una certa soglia, riceverà il premio previsto, altrimenti no.

Per tenere traccia del programma, l’insegnante può tenere un tabellone creato ad hoc e da personalizzare, magari chiedendo il coinvolgimento del bambino o dei bambini stessi. A seconda dell’età, si potrà far coincidere i punti con gettoni, stelline e similari. Questi sistemi sono considerati come strategie che si possono mettere in campo per tentare di modificare dei comportamenti inadeguati, promuovendo invece quelli più funzionali.

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