Dislessia: quale percorso seguire dopo la diagnosi?

La diagnosi di dislessia, che deve essere effettuata da uno psicologo specialista nel trattamento dei DSA, è un momento da affrontare con attenzione, soprattutto per quanto riguarda la qualità dei processi comunicativi nelle fasi successive. A tal proposito è consigliabile che i genitori consegnino una copia della diagnosi al coordinatore di classe, così da procedere con la redazione del PDP (Piano Didattico Personalizzato). La comunicazione della diagnosi di dislessia è a discrezione della famiglia ma è caldamente raccomandata, in quanto la già ricordata chiarezza è fondamentale soprattutto per la serenità del bambino dislessico.

Ecco i comportamenti da evitare

Esistono anche dei comportamenti da evitare quando si affronta il percorso successivo alla diagnosi di dislessia? Certo che sì! Fare paragoni con la situazione di altri, invitare il bambino a leggere ripetutamente ad alta voce, correggere tutti gli errori di un testo scritto sono atteggiamenti da escludere categoricamente quando si ha a che fare con un bambino dislessico, soprattutto nelle prime fasi successive alla diagnosi.

Anche se la dislessia non è una malattia, ci sono ancora tanti genitori che dopo la diagnosi si lasciano andare ad ansie inutili, con proiezioni pessimistiche relativamente al futuro scolastico e professionale del proprio figlio.

Con le norme attualmente vigenti e con l’attenzione didattica ad hoc i bambini dislessici possono portare avanti senza problemi il percorso scolastico, durante il quale è utile che il genitore si informi sugli ausili che possono rendere più facile il processo di apprendimento al proprio figlio.

Un altro consiglio per affrontare il periodo successivo alla diagnosi di dislessia riguarda il focus sulla lettura ad alta voce da parte di un adulto, un’abitudine che è bene instaurare in famiglia, in quanto in questo modo il bambino apprende i concetti con maggiore facilità rispetto a quando si trova a leggerli da solo.

Anche se la diagnosi di dislessia può provocare stress e frustrazione nei genitori è fondamentale mettere al bando frasi come “Non ti applichi abbastanza!” o “Devi metterci più buona volontà e impegno”.

Soprattutto se il bambino è ai primi anni del percorso scolastico il rischio è quello di scoraggiarlo e d’impedirgli un normale sviluppo della fiducia nelle sue capacità, influenzando effettivamente il suo equilibrio e il suo approccio all’ambiente scolastico in generale.

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